Giovanni Battista è l’unico santo di cui la Chiesa festeggia, come per Gesù e la Vergine Maria, la nascita in questo mondo. La festa dei santi commemora il giorno della loro ‘nascita’ al cielo ossia il giorno della morte. Invece, per il Battista, nella tradizione si danno addirittura tre feste: la festa della sua concezione (23 settembre), la nascita (24 giugno), il martirio o la decollazione (29 agosto). Evidentemente la Chiesa riconosce qualcosa di assolutamente speciale nella figura del Battista, il Precursore, Colui che indica ormai venuto tra gli uomini il Salvatore.
«Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”». Così San Paolo quando presentava il vangelo ai suoi ascoltatori ebrei. La venuta di Gesù è stata preparata sapientemente da Dio attraverso la parola e la testimonianza di un uomo stimato e venerato dal popolo. In tal modo il Signore non ha dovuto presentarsi da se stesso: sarebbe potuto sembrare per lo meno orgoglioso o superbo. Noi infatti siamo dello stesso parere dell’apostolo che dice: “Non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma colui che il Signore raccomanda” (2Cor 10,18). Non siamo capaci infatti di dar fiducia a quei predicatori di religioni che si presentano da se stessi come salvatori o come inviati di Dio. Il Signore, Dio, ci ha presentato Gesù attraverso la parola del suo precursore. Di lui oggi celebriamo la nascita: occasione per contemplare i modi di fare di Dio, che vuole preparare l’accoglienza delle sue grandi opere, cioè vuole preparare gli uomini ad accorgersi del suo agire per noi e tra noi.
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