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XV domenica del tempo ordinario

Oggi tutte e tre le letture ci invitano a riflettere sulla chiamata di Dio. Non è chiamata di Dio solo quella che riguarda le persone a lui consacrate e i sacerdoti, ma è chiamata di Dio anche la vita di ogni cristiano. Ogni cristiano è una persona che dalla vita immersa negli interessi materiali, è chiamata a iniziare un cammino in compagnia di Dio. In questo cammino, un po’ alla volta, impara ad occuparsi di ciò di cui Dio stesso si occupa, cioè le relazioni nuove tra gli uomini. Occupandosi della vita materiale nell’uomo si sviluppa soltanto l’egoismo, e questo provoca sofferenza e chiusura dei cuori. Dio, con la sua parola, ci rende attenti invece alla presenza degli altri, alle loro sofferenze, ad essere aiuto e sollievo gratuito e generoso dei piccoli e dei miseri. Questa attenzione rende noi stessi gioiosi e coscienti che la vera vita è quella di chi ama, e ama gratuitamente. Perché quest’amore gratuito sia sempre vivo in noi ci è necessaria l’intimità con Gesù, il Figlio di Dio.

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XIV domenica del tempo ordinario

La prima lettura ci riferisce il mandato conferito al profeta Ezechiele: egli deve annunciare la Parola di Dio al popolo diventato ribelle. La superbia impedisce agli israeliti di ascoltare parole profetiche, parole che comunicano luce e guidano sulla strada della salvezza. Nonostante ciò Dio vuole che si accorgano che egli non li abbandona, che vuole rivolgere loro la parola, che un suo profeta è ancora presente nel mondo.

Dell’esistenza di un profeta si accorgeranno quando Gesù comincerà ad insegnare nelle sinagoghe della Galilea. Ma allora sarà ancora la superbia, camuffata in vario modo, che continuerà ad impedire al popolo di accogliere e di ascoltare la Parola del Padre.

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Natività di san Giovanni Battista

Giovanni Battista è l’unico santo di cui la Chiesa festeggia, come per Gesù e la Vergine Maria, la nascita in questo mondo. La festa dei santi commemora il giorno della loro ‘nascita’ al cielo ossia il giorno della morte. Invece, per il Battista, nella tradizione si danno addirittura tre feste: la festa della sua concezione (23 settembre), la nascita (24 giugno), il martirio o la decollazione (29 agosto). Evidentemente la Chiesa riconosce qualcosa di assolutamente speciale nella figura del Battista, il Precursore, Colui che indica ormai venuto tra gli uomini il Salvatore.

«Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”». Così San Paolo quando presentava il vangelo ai suoi ascoltatori ebrei. La venuta di Gesù è stata preparata sapientemente da Dio attraverso la parola e la testimonianza di un uomo stimato e venerato dal popolo. In tal modo il Signore non ha dovuto presentarsi da se stesso: sarebbe potuto sembrare per lo meno orgoglioso o superbo. Noi infatti siamo dello stesso parere dell’apostolo che dice: “Non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma colui che il Signore raccomanda” (2Cor 10,18). Non siamo capaci infatti di dar fiducia a quei predicatori di religioni che si presentano da se stessi come salvatori o come inviati di Dio. Il Signore, Dio, ci ha presentato Gesù attraverso la parola del suo precursore. Di lui oggi celebriamo la nascita: occasione per contemplare i modi di fare di Dio, che vuole preparare l’accoglienza delle sue grandi opere, cioè vuole preparare gli uomini ad accorgersi del suo agire per noi e tra noi.

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XI Domenica del tempo ordinario

Così è il regno di Dio”, dice Gesù introducendo molte parabole. Egli parla facendo uso di parabole: così tutti capiscono qualcosa, nessuno rimane privo di insegnamento; qualcuno, quelli che lo amano, possono iniziare a comprendere anche il messaggio principale, la rivelazione di Dio che vuole trasmettere e cominciano a capire chi egli è. Anche noi siamo lodevolmente desiderosi di conoscerlo. Che cos’avrà voluto far intendere Gesù, anzitutto ai suoi discepoli, e in seguito anche agli altri, man mano che cresceva in loro l’amore per lui e la disponibilità a seguirlo? “Così è il regno di Dio”: sappiamo già che egli si presenterà come il re del regno, quindi regno di Dio è quel cambiamento nella società che appare quando ci sono persone che lo accolgono come signore della propria vita. Il contenuto della parabola quindi riguarda anzitutto la sua persona e il suo compito nel mondo.

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II domenica di Pasqua

Venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”».

Gesù sta in mezzo ai discepoli e rivolge loro questo saluto, un saluto che riceviamo anche noi ogni volta che celebriamo l’Eucarestia: «Pace a voi».

Nella sua lingua, Gesù deve aver usato il termine: shalom; cosa significa questa parola? Essa non è un augurio e nemmeno un saluto normale: un aneddoto che ho trovato su un libro di cui non ricordo l’autore può spiegare il significato del termine shalom:

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V Domenica di Quaresima

Siamo ormai vicini alla Pasqua, al momento in cui rivivremo la grazia del nostro Battesimo. La Parola di Dio ci rende coscienti della serietà di questo fatto. Esso è davvero il venire inseriti nella santità di Gesù, nella sua divinità, e ciò comporta l’essere partecipi della sua via della croce.

Il cammino che stiamo percorrendo con Gesù, infatti, è un cammino verso la croce. Oggi egli ce lo manifesta in maniera sicura. L’occasione gli è data da un fatto molto semplice: lo stanno cercando alcuni Greci! Se sono Greci, sono pagani, appartengono a uno dei popoli che non sono il popolo di Dio! Che la cosa non sia sembrata normale lo intuiamo dal modo con cui tale ricerca viene riferita al Signore: i Greci parlano con Filippo, Filippo con Andrea, e poi vanno in due a riferire la cosa a Gesù! Egli stesso aveva manifestato difficoltà ad incontrare una donna Cananea; chissà come reagirà adesso!

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III Domenica di Quaresima

Gesù, con calma, si mette a fare una frusta di cordicelle. Si è accorto che il Tempio era diventato un luogo dove gli uomini facevano i loro interessi e nulla e nessuno più cercava la gloria di Dio. Con quella cordicella avrebbe fatto qualcosa per manifestare il suo dissenso e per cercare di aiutare molti altri ad accorgersi che bisognava cambiare l’orientamento. Dimenticarsi di Dio diventa infatti molto pericoloso per l’uomo: da una parte il suo egoismo non avrà più freni, e la sua ricerca di gioia non troverà più le strade per raggiungerla.

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