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XXII domenica del tempo ordinario

Di nuovo la grande questione che la liturgia propone oggi è la questione dell’intelligenza della vita. Gesù rimprovera i suoi discepoli: “Così neanche voi siete capaci di comprendere?” (Mc 7,18). Nel libro del Deuteronomio, Mosè dice al popolo: “Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente” (Dt 4,6). Interessante notare la ragione di tale intelligenza: “Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?” (Dt 4,7). Ecco, la vicinanza di Dio, la percezione della sua vicinanza, l’esperienza custodita della sua vicinanza, questa è la radice di intelligenza. Il che significa che il cuore dell’uomo ha bisogno di quella ‘prossimità’ per fiorire nella sua umanità. E, nello stesso tempo, significa che è la parola di Dio a nutrire il cuore dell’uomo, a custodire il suo cuore.

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XXI domenica del tempo ordinario

L’esito dell’incontro con Gesù è drammatico. Non sono soltanto i giudei a sfiduciarlo, ma gli stessi discepoli: “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?“. Il brano poi rivela tutta la sua drammaticità con l’accenno a Giuda Iscariota, colui che consegnerà il maestro nelle mani dei suoi avversari, anche se la liturgia di oggi omette quei versetti. È Gesù stesso a sottolinearlo: “Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!” (Gv 6,70). L’elezione non mette al riparo dalla tentazione. Nulla è scontato, se tutto è grazia. Davanti all’abbandono di tanti, Gesù non abbassa la posta in gioco per essere accettato e passa la palla ai suoi apostoli: “Volete andarvene anche voi?” (Gv 6,67). Non è un’espressione altezzosa, come se fosse pronto a cambiare i suoi piani. Esprime invece tutta l’accoratezza e i sentimenti del cuore di Gesù per i suoi apostoli, come in un amore quando vuole assolutamente il contraccambio ma in libertà. E Pietro, a nome di tutti, risponde da dentro questo sentimento di Gesù che li aveva affascinati: “Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6,67). Non comprendono, come tutti gli altri, ma rimangono, si fidano, non vogliono uscire da quell’amore che li ha toccati.

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XX domenica del tempo ordinario

La liturgia ci presenta la continuazione del discorso di Gesù a Cafarnao sul pane di vita, ma oggi la prospettiva che suggerisce è particolare. È come se si riferisse al cuore dell’uomo individuandone la tensione di fondo con la lettura dei Proverbi, il contesto in cui opera con la lettera di Paolo agli Efesini e l’esperienza desiderata di vita con il brano evangelico. Ci svela cosa cerchi l’uomo, in quali condizioni, per quale esperienza di vita. La grande questione è la seguente: come ottenere l’intelligenza della vita. Essa appare desiderabile, chi non la vuole? Non è segreta, non è inaccessibile, non è complicata, non richiede studi particolari. Eppure, non è proprio a portata di mano. E nonostante tutto, il cuore la gradirebbe sempre

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Assunzione della Beata Vergine Maria

Un bellissimo tropario della liturgia bizantina canta: “Nella tua maternità hai conservato la verginità, nella tua dormizione non hai abbandonato il mondo, o Madre di Dio; hai raggiunto la sorgente della Vita, tu che hai concepito il Dio vivente e che con le tue preghiere libererai le nostre anime dalla morte”. Cosa proclamiamo nella festa di oggi riguardo alla Madre di Dio? Che è stata assunta alla gloria celeste col suo corpo e con la sua anima e dal Signore esaltata come Regina dell’universo, partecipando in modo singolare alla risurrezione del suo Figlio e anticipando quella che sarà la risurrezione di noi tutti. Della sua morte si dice soltanto che non ha patito la corruzione della tomba. Il nome antico della festa è ‘Dormizione della Vergine’ con l’evidente allusione al mistero del suo transito. È tradizione comune però pensare alla sua morte in questi termini: “Se l’ineffabile suo frutto, per il quale essa è divenuta cielo, ha volontariamente accettato la tomba come un mortale, potrà forse ricusarla colei che senza nozze lo ha generato?”. E ancora: “Tomba e morte non hanno trattenuto la Madre di Dio, sempre desta con la sua intercessione e immutabile speranza con la sua protezione: quale Madre della vita, alla vita l’ha trasferita colui che nel suo grembo semprevergine aveva preso dimora” (dalla liturgia bizantina).

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XIX domenica del tempo ordinario

Tutto il lungo discorso eucaristico di Gesù narrato nel cap. 6 di Giovanni può essere letto come l’illustrazione della difficoltà per l’uomo di cogliere e accogliere i segreti di Dio. Davanti alla difficoltà di riconoscere la sua provenienza divina, Gesù esorta: “non mormorate tra voi”. Mormorare vuol dire prendere le distanze, vuol dire uscire dalla fiducia, uscire da una storia con. Ma appena si esce da una storia con, tutto si fa incomprensibile e soprattutto si resta nell’impossibilità di soddisfare i desideri del cuore, si resta cioè sulla nostra fame.

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